Creare nuove opportunità lavorative compatibili. - Il piano lavorativo alternativo: come svilupparlo. Penso che tutti abbiamo ben chiaro il significato dell’espressione “bisogna avere sempre un piano B!”. Ma nella pratica pochi, veramente pochi, hanno preso in seria considerazione lo sviluppo di un piano B. I “piani B”, piani alternativi da attuare quando la strategia primaria risulta poco efficace, vengono ultimamente rivalutati e presi in considerazione da molti. L’effetto PANDEMIA ha sicuramente risvegliato molte menti assopite. Precari, operai, impiegati, manager. L’instabilità lavorativa, quanto mai palpabile che non risparmia nessun livello di mansione, ha facilitato “questa rivalutazione” del concetto. Dare delle risposte a queste richieste, trovare le soluzioni a certe circostanze è sicuramente un progetto ambizioso. Infinite le possibilità per completare una strategia adeguata che possa essere calzante e al contempo risolutiva. Una premessa va fatta, i piani di “emergenza” lavorativi non sono, per definizione, sempre negativi. Esistono piani di emergenza positivi, come, ad esempio, i piani che indicano alternative potenziali anche quando il lavoro primario, o l’attività principale dir si voglia, gode di ottima salute, ma si vuole diversificare come impongono le regole basilari di qualsiasi business. Ecco che Il piano di emergenza è, e deve essere considerato una strategia proattiva, diversa da un piano di gestione delle crisi, che è più una reazione a qualcosa che è accaduto. Il “piano B” deve prefigurarsi come un piano organizzato di alternative al consueto classico modo di lavorare, impostato per tenere conto di quegli eventi impattanti per i quali è necessario essere sempre pronti. Ma accade anche che il “piano B” debba essere “implementato con una certa urgenza” per arginare, e forse in un secondo momento anche sostituire il “piano A”. Un piano alternativo è di fatto un progetto programmato e richiede un lavoro di studio e di coordinamento. Fondamentale è impostare un percorso in tappe che prevedono come prima cosa l’analisi del soggetto per il quale si attua lo studio, delle sue caratteristiche lavorative, economiche, scolastiche. Le aspettative saranno la chiave di volta del progetto, sempre seguendo una linea ben chiara di fattibilità determinata dalle caratteristiche e potenzialità del soggetto